Dalla riflessione sul valore della terra, della campagna, della famiglia di agricoltori cui siamo, in un momento in cui la terra, e la natura in generale, chiede aiuto all’uomo, chiede un rispetto che forse si è affievolito nel corso del tempo, di un tempo in cui l’uomo ha voluto essere protagonista di una storia in cui la natura è solo un mezzo e mai un fine.
Decidiamo allora di voler rappresentare, come noi diciamo, “quel puntino in mezzo al mare che può cambiare qualcosa”, creando un vino che possa far parlare di un territorio e della terra da cui proviene, forte dell’idea che “il vino non è mai perfetto, ma rappresenta chi lo fa”.
Nel 2015 nasce questo progetto, da cui fioriscono etichette tutte da scoprire, le cui storie propongono un viaggio in un mondo fatto di PASSIONE, NATURA E FAMIGLIA.
La casualità ha favorito il mio incontro con Nicola Belei, titolare della cantina Belei di San secondo, nel cuore dell’Umbria.
Il primo ricordo che ho di lui risale a qualche anno fa quando mi trovavo a cena in un ristorante della zona e dietro di me c’era un tavolo di tre giovani ragazzi, tra cui Nicola. I loro racconti di storie di vino e di piccole esperienze di vinificazione hanno attirato la mia attenzione e la figura di Nicola è così rimasta impressa nella mia mente.
Qualche tempo dopo, ho incontrato di nuovo Nicola, mi sono ricordato di lui e ho avuto l’opportunità di scambiarci qualche considerazione sul suo vino e la sua azienda.
Nicola mi racconta che, più o meno all’età di venticinque anni, mancante di idee precise sul suo futuro, decide di trasferirsi in Inghilterra.
Gli anni che trascorre a Londra rappresentano l’indice del libro della sua vita, si avvicina al vino e viene a contatto con altre culture, con grandi città, con modi di vita completamente diversi rispetto a quelli con cui è cresciuto. Tutto ciò gli permette di rivalutare la sua casa.
Decide allora di voler rappresentare, come lui stesso dice, “quel puntino in mezzo al mare che può cambiare qualcosa”, creando un vino che possa far parlare di un territorio e della terra da cui proviene, forte dell’idea che “il vino non è mai perfetto, ma rappresenta chi lo fa”.
Nel 2015, con il supporto del padre agricoltore, nasce il suo progetto, da cui fioriscono etichette tutte da scoprire, le cui storie propongono un viaggio nel suo mondo fatto di PASSIONE, NATURA E FAMIGLIA.
Il suo obiettivo per il futuro è quello di rimanere una piccola realtà a conduzione familiare, arrivare a più persone possibili, valorizzando il frutto della sua terra come prodotto del territorio, rimanendo comunque sempre una piccola cantina a conduzione familiare come quando nasce.
Quando chiedo a Nicola cosa rappresenta per lui il vino, mi stupisce dicendo “Il vino è la scintilla che illumina il buio della quotidianità che ci standardizza”
La casualità ha favorito il mio incontro con Nicola Belei, titolare della cantina Belei di San secondo, nel cuore dell’Umbria.
Il primo ricordo che ho di lui risale a qualche anno fa quando mi trovavo a cena in un ristorante della zona e dietro di me c’era un tavolo di tre giovani ragazzi, tra cui Nicola. I loro racconti di storie di vino e di piccole esperienze di vinificazione hanno attirato la mia attenzione e la figura di Nicola è così rimasta impressa nella mia mente.
Qualche tempo dopo, ho incontrato di nuovo Nicola, mi sono ricordato di lui e ho avuto l’opportunità di scambiarci qualche considerazione sul suo vino e la sua azienda.
Nicola mi racconta che, più o meno all’età di venticinque anni, mancante di idee precise sul suo futuro, decide di trasferirsi in Inghilterra.
Gli anni che trascorre a Londra rappresentano l’indice del libro della sua vita, si avvicina al vino e viene a contatto con altre culture, con grandi città, con modi di vita completamente diversi rispetto a quelli con cui è cresciuto. Tutto ciò gli permette di rivalutare la sua casa.
Decide allora di voler rappresentare, come lui stesso dice, “quel puntino in mezzo al mare che può cambiare qualcosa”, creando un vino che possa far parlare di un territorio e della terra da cui proviene, forte dell’idea che “il vino non è mai perfetto, ma rappresenta chi lo fa”.
Nel 2015, con il supporto del padre agricoltore, nasce il suo progetto, da cui fioriscono etichette tutte da scoprire, le cui storie propongono un viaggio nel suo mondo fatto di PASSIONE, NATURA E FAMIGLIA.
Il suo obiettivo per il futuro è quello di rimanere una piccola realtà a conduzione familiare, arrivare a più persone possibili, valorizzando il frutto della sua terra come prodotto del territorio, rimanendo comunque sempre una piccola cantina a conduzione familiare come quando nasce.
Quando chiedo a Nicola cosa rappresenta per lui il vino, mi stupisce dicendo “Il vino è la scintilla che illumina il buio della quotidianità che ci standardizza”